La verifica della firma digitale

Sempre nel quadro degli strumenti di cui l'Avvocato telematico non potrà fare a meno a partire dal prossimo 30 giugno 2014, non si possono non annoverare i software di verifica della firma digitale.

Buona parte dei Colleghi che hanno iniziato ad utilizzare gli strumenti del PCT, oppure che da tempo si avvalgono della facoltà di effettuare le notifiche in proprio via PEC, conoscono i vari formati di firma digitale, fra cui, i più utilizzati, sono il PADES ed il CADES.

Il primo è largamente impiegato per le comunicazioni fra Colleghi o, comunque, per tutte quelle attività diverse dalla sottoscrizione di atti digitali.
Il PADES ha l'indubbio vantaggio della versatilità e della facilità di utilizzo, perché, non modificando il formato finale del file firmato (che rimarrà un classico PDF), sarà apribile e leggibile con un "doppio click" sul file stesso, senza necessità di attività particolari volte alla verifica della firma.

Il CADES (o come da molti chiamato P7m), invece, è per buona parte dei Colleghi ancora uno strano essere digitale poco digeribile da parte dei nostri computer di studio.
Questo formato è, volenti o nolenti, l'unico ammesso nella pratica del Processo Civile Telematico, e diverrà di conseguenza il più utilizzato nell'ambito della professione forense.
L'apposizione della firma in CADES comporta la modificazione del formato del file che stiamo firmando poiché, di fatto, la firma non viene posta direttamente sul file digitale ma su una busta all'interno della quale il nostro file viene inserito.
Il file finale risultante a seguito del processo di firma avrà denominazione:
nomefileoriginale.estensioneoriginale.p7m

Se, ad esempio, avessimo firmato il file "Prova.pdf" il file finale sottoscritto avrebbe avuto denominazione  "Prova.pdf.p7m"

Chi mastica un po' di informatica sa che le ultime 3 lettere che troviamo, dopo il punto, in quasi tutti i file presenti sul nostro computer, non sono altro che un'indicazione data al sistema operativo, volta a far comprendere a quest'ultimo con quale programma dovrà aprire quel determinato file.

Se il file originario fosse, come nel nostro esempio, "prova.pdf" il nostro computer saprà di doverlo aprire tramite un classico lettore di file pdf, come acrobat reader, ma se il nostro file fosse invece stato inserito all'interno di una busta virtuale e denomiato "prova.pdf.p7m" il nostro povero computer si troverebbe spaesato, non essendo più in grado di riconoscere quel file come un classico pdf.
A quel punto, quindi, sarà necessario avvalersi di un software che si occupi di verificare la validità della firma apposta sulla busta, nonché di aprire il file p7m permettendo la lettura dell'originario "prova.pdf".

Molti Colleghi che sono in possesso di kit di firma digitale su supporto USB, sono in grado di effettuate la verifica de quo tramite il software preinstallato sulla chiavetta, in alternativa esiste un programma elaborato dalla società Aruba che consente sia l'apposizione che la verifica delle firme digitali.
Il programma è denominato Aruba Sign e, a seguito, della sua completa installazione, permette l'apertura - con il classico doppio click - di tutti i file con estensione P7m.

Commenti

  1. Grazie per queste informazioni importanti .. Le sue istruzioni sono chiare e concise e facile da seguire.

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